Il siero e le malattie neurodegenerative: ecco gli studi di Stephanie Seneff

Aveva 5 anni nostra figlia, quando abbiamo scoperto che i suoi problemi derivavano dalle vaccinazioni pediatriche. Oggi ne ha 29. E quei problemi sono tutti lì, forti e invasivi, irremovibili, invalidanti, innaturali.

Tuttavia, il medico che giunse a questa diagnosi (primario del reparto genetica del Cardarelli di Napoli), non volle mettere per iscritto quello che sapeva e che aveva visto su nostra figlia.

Quando si parla di vaccini è come se un’ombra terrificante calasse all’improvviso sui camici bianchi degli uomini di scienza che per motivi solo intuibili non dichiarano, non dicono, non si espongono.

È il lato oscuro della scienza, quello che non passa dal confronto aperto e trasparente sulle criticità di un farmaco o di un protocollo, ma impone con l’assolutismo scientista e propagandista, con i ricatti e le restrizioni, con negoziati politici e accordi internazionali.

L’esperienza di nostra figlia ci ha permesso di osservare da vicino questo fenomeno e di capire che ci sono due livelli di smarrimento dell’opinione pubblica:

  • la pubblica fede
  • il lungo periodo

Pubblica fede

Sulla pubblica fede si gioca la partita della credibilità. Ed è quello che ha visto il popolo italiano (ma non solo quello italiano) dividersi in due grandi blocchi: da un lato quelli che credono acriticamente nella scienza raccontata dai media, accettando per fede pubblica qualunque tipo di prodotto venga loro propinato in nome di quella scienza; dall’altro coloro che hanno già sperimentato sulla propria pelle il dolore e le sofferenze che scaturiscono dalla fede acritica nella scienza dei giornali e hanno ben presente quale tipo di oscurantismo cali all’improvviso sul tema delle vaccinazioni ogni volta che si prova anche solo lontanamente a discuterne in modo aperto.

I primi sono la maggioranza della popolazione. Gli altri sono una piccola minoranza.

Perché? Perché i vaccini, anche quelli sperimentali, nell’immediato colpiscono solo una minoranza di persone. E benché anche questo fenomeno, da solo, dovrebbe indurre una maggiore cautela nelle persone che scalpitano per riceverlo, la verità è che chi non vive un problema in prima persona non si rende realmente conto delle difficoltà che sta incontrando un’altra persona.

Se la reazione avversa non si verifica sulla tua pelle o su quella dei tuoi figli, la mente umana tende a sottovalutare la pericolosità del gesto e, galvanizzata oltretutto dalla propaganda, semplifica le decisioni sulla base di quello che vede. Il nostro cervello lavora per semplificazioni. Ne ha bisogno per sottrarsi allo stress di una valutazione profonda e all’eventuale giudizio che subisce dalla società in cui vive.

Il lungo periodo

Il problema è che con le vaccinazioni nessuno riesce a vedere le conseguenze sul lungo periodo e a ricollegarle al gesto incauto compiuto sulla spinta di una decisione esemplificata dal cervello pigro.

Le conseguenze sul lungo periodo sono state, rispetto al vaccino covid, la nostra più importante preoccupazione. Le pericarditi o le paralisi di Bell, per quanto clamorose e mediaticamente impattanti, non hanno cambiato la nostra visione della cosa che nasce dall’esperienza dolorosa di una figlia danneggiata per sempre da un vaccino che ha mostrato la sua faccia solo dopo 5 anni.

Sui vaccini serve un nuovo modo di ragionare che non deve, non può, basarsi sui 15 minuti di osservazione nell’hub vaccinale. È una questione di forma mentis che richiede maturità negli uomini e nelle donne che ne parlano e senso di responsabilità nei genitori che decidono.

Ora, a quanto pare, le nostre preoccupazioni (sul lungo periodo) cominciano a porsi anche all’attenzione degli scienziati.

Le ricerche della dott.ssa Stephanie Seneff

La dott.ssa Stephanie Seneff, ricercatrice senior presso il Massachusetts Institute of Technology (MIT), si è posta delle domande rispetto ai vaccini covid.

Quel grado di complessità della tecnologia normalmente richiederebbe 12 anni per arrivare sul mercato e solo il 2% dei prodotti provati arriverebbe effettivamente sul mercato, ha dichiarato.

Per questo ha voluto approfondire.

I suoi studi dimostrano un legame tra il vaccino covid e le malattie neurodegenerative, nonché tra il vaccino covid e la sindrome da immunodeficienza acquisita.

Sembra che la proteina spike sia neurotossica, anche senza il virus, e che riesca a viaggiare dal sito di iniezione fino ad accumularsi in organi e tessuti tra cui milza, midollo osseo, fegato, ghiandole surrenali e in “concentrazioni piuttosto elevate” nelle ovaie.

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Gli esosomi e l’mRNA

Ma il problema più serio, oggi, secondo Seneff, è che le modifiche genetiche introdotte dai vaccini COVID possono indurre le cellule immunitarie a rilasciare grandi quantità di esosomi in circolazione. 

Gli esosomi sono vescicole extracellulari che contengono proteine, DNA, RNA e altri costituenti, e possono contenere mRNA insieme alla proteina spike.

Non è una bella storia, mi sembra di capire, perché a quanto pare tutto questo porterebbe a una caterva di conseguenze negative sulla salute dell’uomo.

È stato dimostrato che questi disturbi hanno un nesso causale potenzialmente diretto con malattie neurodegenerative, miocardite, trombocitopenia immunitaria, paralisi di Bell, malattie del fegato, ridotta immunità adattativa, aumento della tumorigenesi e danni al DNA.

Attenzione ai vaccinati

Inoltre, secondo Seneff, i vaccinati potrebbero spargere particelle di vaccino a coloro che li circondano, portando potenzialmente a malattie o sintomi indotti dall’iniezione.

Questi esosomi possono viaggiare in luoghi lontani. Non è impossibile immaginare che vengano rilasciati dai polmoni e inalati da una persona vicina. Vescicole extracellulari, compresi gli esosomi, sono state rilevate nell’espettorato, nel muco, nel liquido di rivestimento epiteliale e nel liquido di lavaggio broncoalveolare in associazione con malattie respiratorie.

Conclusioni

Continuo a sottolineare l’urgenza di una responsabilizzazione civica e sociale sulla questione vaccinale.

Non si può porre una questione di fiducia sui vaccini come il governo la pone in parlamento su una legge finanziaria. Non è ammissibile che un farmaco così sofisticato e incredibilmente imperscrutabile debba essere assunto per fede o con il ricatto delle istituzioni. 

La libera scelta dovrebbe essere il minimo sindacale. Se il prezzo da pagare, poi, è quello che sembra profilarsi all’orizzonte nel lungo periodo – e che molti avevano ampiamente preannunciato sulla base di esperienze pregresse e di puro e semplice buon senso medico –, non possiamo più tollerare oramai quella scellerata dichiarazione di fiducia nella scienza che le persone pronunciano impudicamente solo per sottrarsi alle responsabilità personali che non hanno mai voluto assumersi.

Il vaccino non è banalmente una roulette russa da cui puoi uscire salvo in 15 minuti. Il vaccino è una bomba a orologeria che viaggia nelle tue vene in modo subdolo, perché agisce con i suoi tempi, ma non perdona. 

1 commento

  1. Rosanna

    Per la miseria!!!

    Sta a vedere che dobbiamo girare con la mascherina per proteggerci dai vaccinati!

    A questo punto disertare regole e imposizioni è insufficiente per salvaguardarsi!

    Dobbiamo fermarli!

    Dobbiamo fermarli, punirli e trovare scienziati che trovino una soluzione a questo danno!

    ……

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