Solo gli ignoranti hanno fiducia

Non ci si può fidare di qualcosa o di qualcuno e nel contempo pensare a se stessi come persone informate e intelligenti. Se ti fidi, rinunci alla conoscenza, perché basi le tue sensazioni e le tue scelte unicamente sulla speranza o sulla stima riposta in qualcuno o in qualcosa. Di conseguenza, il più delle volte ciò di cui ti fidi è anche ciò di cui conosci poco.

Se ti fidi, rinunci alla conoscenza

Il nostro è un sistema di vita molto complesso, dove la fiducia è di sicuro uno strumento sociale che ci permette di alleggerire gli scambi e le relazioni. Mi fido del mio ortolano, quando mi dice che i funghi sono freschi e buoni. Voglio farlo e posso farlo perché la sua presenza sul mercato in un centro abitato fa scattare meccanismi più complessi di buon senso e di valutazione della verità. Se mente, perde un cliente e forse anche più di uno, oltre che avere problemi amministrativi e legali. È nel suo interesse non mentire. E per questo posso fidarmi. Presumo, cioè, sulla base di molteplici fattori condizionanti, che la sua informazione non possa essere falsa. Non avrebbe senso mentire.

Ma c’è una grande differenza tra quello che presumo essere ragionevolmente e la conoscenza reale dei funghi. Se prima non li cucino e non li mangio, quella conoscenza manca al mio attivo. Fidarmi dell’ortolano vuol dire tutto, tranne che avere informazioni precise e verificate sui funghi che sto per acquistare.

Il calo della fiducia

Il tema della fiducia è al centro del dibattito sulle politiche di governo mondiale. Proprio Bill Gates, nel suo lungo articolo “Reasons for optimism after a difficult year” (Motivi di ottimismo dopo un anno difficile), ha parlato di un calo tremendo della fiducia dei cittadini nelle istituzioni, esprimendo a tal proposito la sua profonda preoccupazione per la capacità dei governi di fare grandi cose.

Dice che se vogliamo fare progressi sulle sfide importanti, come evitare un disastro climatico o prevenire la prossima pandemia, abbiamo bisogno di governi che sappiano agire. Ma il calo della fiducia rende più difficile il ruolo e l’efficacia dei governi. Se la tua gente non si fida di te, non sosterrà nuove iniziative importanti. E quando emerge una grave crisi, è improbabile che la tua gente possa seguire le indicazioni necessarie per resistere alla tempesta.

Leggendo quei paragrafi, ho avuto la sensazione di essere di fronte a una nuova finestra di Overton, quella che potrebbe persino detronizzare la politica e i governi democratici del mondo per rimpiazzarli gradualmente con sistemi alternativi di comando e di controllo che non dipendano dal consenso e dalla fiducia dei cittadini. Del resto, le prove generali di una moderna dittatura sono in corso in molti paesi occidentali. E per quanto possano apparire agli occhi di chi si fida come strategie necessarie di contenimento di una pandemia, e per questo nascoste da forme diverse di pensiero distopico, restano atti incredibilmente efferati di violazione continua della democrazia e dei diritti umani universalmente riconosciuti.

Tuttavia, sforzandoci di rimanere sul tema della fiducia, viene da chiedersi perché mai i cittadini del mondo abbiano smesso improvvisamente di fidarsi delle istituzioni.

Affidabilità, non fiducia

Secondo Onora O’Neill, preside del Newnham College di Cambridge e autrice di numerose pubblicazioni sui temi di filosofia politica, etica, diritto internazionale, bioetica e filosofia di Kant, lo scopo di avere più fiducia è tutto sommato uno scopo abbastanza stupido, perché ciò di cui abbiamo veramente bisogno non è la fiducia, ma l’affidabilità.

Onora O’Neill

La filosofa spiega che chi vuole la fiducia degli altri deve fare due cose. In primo luogo, deve essere affidabile, il che richiede competenza e onestà. In secondo luogo, deve fornire prove intelligibili della sua affidabilità, consentendo agli altri di giudicare e quindi capire dove riporre la propria fiducia e dove invece rifiutarla.

Seguendo il suo ragionamento, almeno per quanto concerne il dibattito e la narrazione italiana, il governo non ha fatto nulla per ottenere quella fiducia che invoca continuamente per mezzo di una stampa a cui invece versa contributi cospicui proprio per mantenere alta la tensione sulla questione pandemica.

Mancano tutti gli elementi suggeriti dalla O’Neill. Non abbiamo potuto ammirare alcuna manifestazione di provata competenza, visti i continui errori commessi in ogni comparto (politico, sanitario, economico, mediatico etc.); non abbiamo potuto scorgere il fattore dell’onestà che di certo non si costruisce con le menzogne incessantemente propinate da tutte le reti televisive, dalla stampa e persino dal presidente del consiglio. Non abbiamo avuto alcuna prova intellegibile di affidabilità, vista l’impietosa censura consumata ai danni di ogni medico, scienziato, filosofo, giurista o economista che abbia provato anche solo timidamente a mettere in discussione la narrativa ufficiale. 

Non è stato consentito alle persone di giudicare e quindi capire dove riporre la propria fiducia e dove invece rifiutarla, perché è mancato il confronto aperto e scientifico. E anche quando poteva nascere spontaneamente sui social media, una strana forza transnazionale compatta e impietosa l’ha impedito clamorosamente.

La censura di Facebook, YouTube, Amazon e persino quella di PayPal, ha colpito medici e scienziati con altissime metriche h-index in ogni parte del mondo, lasciando invece che gli unici a parlare fossero i cosiddetti fact checker, ovvero, delle sottospecie di mediocri opinionisti al soldo della finanza mondiale e dei grandi gruppi di investimento.

Se la O’Neil non si fosse prontamente allineata alla grande narrazione sul covid, come ho poi scoperto da alcune ricerche sulle sue più recenti pubblicazioni, avrebbe potuto offrire una risposta esaustiva al dubbio amletico di Bill Gates.

Come possono i governi del mondo affrontare la grandi sfide, senza la fiducia dei popoli?

Diventando affidabili, e quindi competenti, onesti e trasparenti. Il che significa aprire i dibattiti, rispettare i diritti inviolabili dell’uomo, offrire informazioni vere, porre fine all’odio sociale. E magari avere a cuore veramente la salute e la felicità dei propri cittadini… che non si realizza, ovviamente, con restrizioni, chiusure, obblighi, ricatti ed emarginazione sociale.

La mancata fiducia nei governi è la naturale conseguenza di uno o più atti di alto tradimento. Se l’ortolano mi frega, perde la mia fiducia. Se poi ha anche il potere di impormi i suoi funghi con la forza o con il ricatto, non solo perde la mia fiducia, ma guadagna il mio disprezzo e la mia rabbia. 

A questo punto, solo gli ignoranti hanno fiducia.

Forse, però, era questo l’obiettivo: creare una frattura insanabile nelle democrazie occidentali, e farsi trovare preparati con un nuovo modello di gestione dei popoli.

È tutto sbagliato

Un uccello nato in gabbia crede che volare sia una malattia

All’inizio, avevo solo bisogno di parlarne, di confrontarmi con i miei amici e lettori. Poi, però, mi sono accorto che il mio pensiero era ampiamente condiviso da persone che neanche conoscevo. Ho ricevuto migliaia di contatti e messaggi privati che mi ringraziavano per quello che stavo facendo, per i ragionamenti che proponevo, per le informazioni che offrivo. Ho visto medici che ripostavano i miei articoli, gruppi di discussione che mi taggavano, giornalisti non allineati che volevano conoscermi. Tutti impegnati come me in questa assurda battaglia di verità e buon senso che non sembra avere fine.

L’idea di questo pamphlet è nata dall’esigenza di raccogliere i migliori contenuti a tema sul mio profilo per metterli in bella copia e lasciare qualche traccia per i posteri.

2 Commenti

  1. Rosanna

    Carlo… non sapevo che Pay Pal potesse “censurare” … come l’ha fatto!?

    Rispondi
    • Carlo D'Angiò

      Ha fatto in questo modo: ha bloccato la raccolta fondi di un noto e antico centro studi sui vaccini.

      Rispondi

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