Il governatore di Giudea, Ponzio Pilato, chiese alla folla chi dovesse liberare fra Gesù di Nazareth e Barabba.
La folla, persuasa dai capi dei sacerdoti e dagli anziani, chiese a gran voce la liberazione di Barabba.
Barabba era un rivoltoso e un omicida, un capopopolo che si opponeva all’occupazione romana della Giudea.
Il nome Barabba significa “Figlio del Padre” ed è un nome messianico, come se fosse l’altra faccia della medaglia, il lato oscuro del Messia Gesù.
Le analogie con l’attualità mi colpiscono.
Del resto le religioni, anche su un piano laico e indipendente dalla fede, sono una vera e propria miniera di “universali”, cioè di elementi che parlano all’uomo e dell’uomo, in ogni tempo e in ogni luogo.
Anche in questo nostro tempo i “sacerdoti e gli anziani” ci hanno persuaso a chiedere a gran voce la liberazione di “Barabba”, abbiamo cioè chiesto la liberazione di quelle forze che agiscono con la violenza, abbiamo accettato e giustificato la guerra.
È giusto rispondere a un’aggressione con la guerra?
Anche Barabba usava la violenza per liberare la Giudea da un’occupazione ritenuta ingiusta. Ciascuno risponde a questa domanda in base alle proprie convinzioni e alla propria coscienza, ma quello che accade e di cui dobbiamo essere consapevoli è che per un Barabba liberato un Gesù Cristo innocente viene crocefisso e ucciso.
Per un Barabba liberato un Gesù Cristo innocente viene crocefisso e ucciso.
È questo il monito universale e laico espresso dal Vangelo, che ancora oggi ci parla in modo così vivo e struggente: liberare Barabba non è senza conseguenze, la sua liberazione comporta la condanna a morte di innocenti.
“Chi volete che io liberi, Gesù o Barabba?”.
A noi la scelta, consapevolmente.
Consapevoli delle conseguenze, di cui non potremo “lavarcene le mani”, come fece Ponzio Pilato, né come gesto di indifferenza né come rituale di purificazione.
“Barabba era un rivoltoso che si opponeva all’occupazione romana della Giudea”…
Mi viene da applicare la figura di Barabba a quella parte di popolo che si oppone al disegno mirante ad asservire la razza umana a dominatori senza scrupoli che si sono arrogati il diritto di decidere cosa fare della vita degli esseri viventi del pianeta come se ne fossero i proprietari…
In questo contesto ci vuole un Barabba per salvare un Cristo!
Questo ragionamento potrebbe sembrare contorto, ma se ci mettesimo a ragionare a tavolino ci accorgeremo che Barabba e Cristo, più che le due facce della stessa medaglia, sono proprio la stessa persona!
Come al solito ci sarebbe tanto da spulciare sull’argomento…
Buona vita Elena, e buona Pasqua se la festeggi.