Oltre le polemiche: perché adattarsi all’era dell’Intelligenza Artificiale

Era dell'Intelligenza Artificiale

Immaginate un mondo dove le acque ricoprono ogni angolo della terra, un mondo dove la terraferma non è altro che un ricordo lontano, un sogno svanito nel profondo blu. Questa è la visione profetica offerta dal film “Waterworld“, con Kevin Costner come protagonista, un mondo sommerso, senza terra, montagne, colline o prati su cui passeggiare. Un regno infinito di acqua, che si estende per milioni di litri e chilometri.

In un simile scenario, la polemica diventa inutile, un’eco vuota contro l’immensità dell’oceano. Non vi è spazio per lamentarsi della mancanza di terra solida sotto i piedi. L’unica scelta sensata è quella di adattarsi, di trovare nuovi modi per sopravvivere. Proprio come fa Kevin Costner e gli altri personaggi di “Waterworld”: costruendo barche, intessendo reti per pescare, forgiando strumenti di sopravvivenza. Questa è la nuova realtà, un nuovo modo di vivere.

Questa metafora si applica sorprendentemente bene all’avanzare inarrestabile dell’Intelligenza Artificiale nel nostro mondo. L’IA è un mare in tempesta, un fenomeno che potrebbe essere percepito come una minaccia immane, un cambiamento talmente radicale da essere quasi incomprensibile. Ma, come nel mondo di “Waterworld”, non possiamo semplicemente restare fermi a lamentarci o a temere ciò che non possiamo controllare.

L’IA, già oggi, offre prestazioni che lasciano a bocca aperta, e la sua evoluzione procede a un ritmo vertiginoso. Entro il 2024, ci aspettano sviluppi che potrebbero rivoluzionare ulteriormente il nostro modo di vivere e di interagire con il mondo. In questo mare di cambiamenti, non ha senso opporsi all’inevitabile. 

Dobbiamo, invece, imparare a “navigare” in questo nuovo mondo, a prepararci a vivere in esso. Significa lasciare da parte la polemica sterile e l’ignoranza, per abbracciare la conoscenza e l’apprendimento continuo. Dobbiamo essere pronti a cogliere i cambiamenti, a rimanere sempre vigili e adattabili, perché il futuro che ci attende è ancor più straordinario e sconvolgente di quanto già stiamo sperimentando. 

Non sappiamo cosa ci riserva il futuro. Non lo sanno neanche gli amministratori delle AI company. I recenti rumors sullo sviluppo delle AGI, le Intelligenze Artificiali Generali, promettono di superare l’intelligenza dell’essere umano più dotato, introducendo un’epoca di inimmaginabili sfide.

Di fronte a questa realtà mutevole e angosciante (lo capisco bene), emerge un bivio cruciale: restare nell’ombra dell’ignoranza o abbracciare il cammino della preparazione. La scelta di ignorare le potenzialità e i pericoli di questa tecnologia potrebbe sembrare la via più semplice, ma è un sentiero che porta a un futuro incerto e potenzialmente pericoloso. D’altra parte, scegliere di comprendere e padroneggiare questi strumenti avanzati ci offre un panorama di opportunità più edificanti.

Questa decisione non è da prendere alla leggera. La velocità con cui si evolve il campo dell’intelligenza artificiale è vertiginosa, senza precedenti nella storia dell’umanità. Stiamo assistendo a un cambiamento epocale, un’accelerazione tecnologica che sta ridisegnando il tessuto stesso della nostra società e del nostro modo di interagire con il mondo.

Quindi, riflettete attentamente. La scelta tra ignoranza e preparazione non è solo una questione di adattamento personale, ma una decisione che influenzerà il corso della nostra civiltà.

La nostra responsabilità, quindi, è di affrontare questo futuro con gli occhi aperti e la mente pronta, per plasmare un domani che non so dire se sarà migliore, ma auspico più consapevole di quello che si prospetta con l’ignoranza.

Se il mondo è coperto d’acqua, devi costruire la tua barca. C’è poco da fare. C’è poco da polemizzare.

2 Commenti

  1. Rosanna

    già! …prendere ciò che di buono può dare la teconologia e usarlo saggiamente.

    Buona vita Carlo.

    Rispondi
  2. Rosanna

    se posso aggiungere un mio personale parere, credo che il rifiuto generale nei confronti dell’ AI sia dovuto sopratutto all’imposizione di questo cambiamento tecnologico.

    Quando la teconologia è percepita come utile, vedi per esempio il cellulare, il pc, le porte o le luci che si attivano con le fotocellule e via dicendo, viene non solo accettata ma ricercata.

    Il fatto è che nell’imposizione è sempre, e con ragione, percepito un pericolo.

    Buona vita Carlo.

    Rispondi

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