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Poltrona rustica con tronchi di legno

Apr 27, 2024 | 1 commento

Poltrona rustica con tronchi di legno

Avere libertà di tempo grazie al blogging business – il bene più prezioso di tutti, ciò per cui cerco ogni giorno di sensibilizzare i criceti in gabbia – tra le altre cose, significa potersi dedicare a progetti fai-da-te un po’ più sofisticati della solita mensola o tavolino da salotto realizzati con il multistrato di Mr. Brico. Un esempio interessante è la poltrona rustica con tronchi di legno che ho finito da qualche giorno e che oggi intendo documentare con questo articolo.

L’idea è nata durante una giornata particolarmente ventosa, un fenomeno non raro qui, ma che un paio di volte all’anno si intensifica tanto da abbattere gli alberi. Anche in città, a Gubbio, questo evento rischia di diventare pericoloso, con alberi massicci che crollano sotto i colpi del vento. 

Nel mio piccolo bosco, quando ciò accade, ritrovo sempre alberi caduti, alcuni rovinati dal tempo o dalle spaccature che si creano ruzzolando giù per la collina, altri ancora in ottime condizioni. Con il mio business automatizzato che sta andando benissimo ultimamente, anche il mio tempo libero è cresciuto. Questo incremento mi ha dato l’opportunità di evolvere la mia già fervente passione per il bricolage in un’attività più complessa e avanzata: raccogliere legname nel bosco e trasformarlo in pezzi di arredamento sia funzionali che esteticamente piacevoli.

È evidente che c’è una soddisfazione supplementare nel poter creare senza dover spendere soldi per acquistare il legno, poiché tutto ciò che mi serve è già disponibile in natura. Del resto, nella natura, se impari ad osservare – e se hai il tempo di imparare a farlo – puoi davvero trovare tutto ciò di cui hai bisogno.

Il tronco abbattuto dal vento

Lo trascinai giù dalla collina, facendo attenzione a non farlo cadere tra gli altri alberi, dove sicuramente si sarebbe frantumato in più pezzi. Ricordo che non fu un compito facile. Ero solo e dovevo fare attenzione anche a me stesso per non scivolare giù per il precipizio. Infatti, il terreno era molto ripido e boscoso, e già in passato ero scivolato, rimanendo sospeso nel vuoto attaccato a una corda, la stessa che utilizzo in quella zona per ragioni di sicurezza.

Lo lasciai vicino al ruscello, dove rimase per alcune settimane. Decisi di non tagliarlo per utilizzarlo come legna per la caldaia, perché aveva un aspetto – può sembrare strano riferirsi così a un albero, ma è così – decisamente “sexy”, con le sue forme sinuose che ricordavano la muscolatura di un corpo umano.

Optai quindi per trasformarlo in una poltrona rustica, in stile Flintstone. Lo tagliai a misura, lo caricai in una carriola, e lo portai sopra da me, insieme ad altri pezzi che mi sarebbero serviti per completare il progetto.

Altri tronchi che ho usato per completare la poltrona

I braccioli e la sfida con il motosega

Questo tipo di lavoro richiede una buona progettazione, prima di cominciare a tagliare e a scortecciare i tronchi. Come vedremo fra un attimo, infatti, ho cercato di usare il meno possibile la ferramenta. Si tratta di un lavoro di incastri tra i vari tronchi. E formare questi incastri su forme cilindriche non è un’impresa semplice.

Ho quindi delineato il progetto su un foglio di carta, oltre a ripassarlo mentalmente ogni sera prima di addormentarmi. Adotto spesso una tecnica di visualizzazione nei miei lavori: immagino il processo, momento per momento, prima di metterlo in pratica. Questa fase preparatoria può estendersi anche per una dozzina di giorni, variando a seconda del tempo che intercorre tra la concezione dell’idea e l’inizio della sua realizzazione, dopo aver ovviamente concluso gli altri progetti in corso.

Tuttavia, prima di procedere con il forare e smussare i tronchi, dovevo valutare se la mia abilità con la motosega fosse progredita a sufficienza per permettermi di tagliare verticalmente a metà un tronco che avevo messo da parte in precedenza. Sto parlando di un taglio a mano libera, senza segheria.

Perché questa sfida? Se fossi riuscito, avrei utilizzato una delle due metà, tagliandola in due ulteriormente, per realizzare i braccioli della poltrona. In caso contrario, se avessi fallito in questo tentativo, sarei dovuto ritornare nel bosco per recuperare altri tronchi adatti a tale scopo.

Con mia grande soddisfazione, ho appreso di saper fare un taglio verticale preciso, come nella foto qui sotto.

Ho poi usato la pialla elettrica e la smerigliatrice per rendere i braccioli lisci e senza schegge. Più avanti vedremo i braccioli finiti.

Fori e incastri, un lato alla volta

Una volta risolta la questione dei braccioli e scortecciati i tronchi necessari, ho preso le misure e marcato i punti per i fori, iniziando poi a realizzare i buchi rotondi nei tronchi utilizzando una fresa per trapano, con una profondità di 3 cm. Contemporaneamente, ho lavorato alla creazione degli incastri nei pezzi da assemblare.

Applicazione dei braccioli

Dalla forma che il manufatto sta assumendo, è evidente che è giunto il momento di installare i braccioli. Anche in questa fase ho dovuto preparare fori e incastri per consentire a ogni pezzo di unirsi perfettamente agli altri, evitando l’uso di viti e affidandomi unicamente all’adesione della colla e alla precisione degli incastri.

Lo schienale

Dopo aver finito entrami i lati della poltrona, come nella foto qui sotto, era il momento di preparare lo schienale.

Intanto, mi sono procurato un foglio di carta bianco, grande quanto i cuscini, che mi ha aiutato a monitorare le misure effettive della seduta. A proposito, i cuscini li ho presi da un vecchio divano nella mia casa a Mondragone.

Ricordate i pezzi supplementari che ho portato su dal bosco insieme a quelli del tronco caduto? Bene, uno di questi, dal magnifico andamento curvo, si è rivelato perfetto per lo schienale. Quindi, mi sono messo all’opera: scortecciamento, foratura e realizzazione degli incastri.

L’ho poi montato, unendo i due lati della poltrona.

La X nella seduta

Arrivati a questo punto, nonostante il manufatto apparisse abbastanza fermo, ho deciso di creare un X nella seduta per impedire che qualche movimento particolare potesse indebolirla.

Successivamente, mi sono procurato altri piccoli tronchi, li ho scortecciati, e li ho usati come assi per consentire al cuscino di stare a livello in modo uniforme.

Da notare che nel frattempo ho anche smussato la testa dei tronchi di dietro.

La V nello schienale

Così come ho rafforzato la seduta con una struttura a X per garantirne la stabilità, ho anche implementato una struttura a V nello schienale per prevenire qualsiasi movimento oscillatorio che potrebbe compromettere la robustezza della poltrona. Per fare questo sono andato alla ricerca di pezzi particolari da montare nello schienale.

Passaggi conclusivi

Mancano ancora dei passaggi conclusivi che potrò compiere solo quando il cielo smetterà di piovere, finalmente, e mi consentirà di mettermi fuori in cortile a smerigliare, verniciare ecc. Nel frattempo, vi ho appoggiato i cuscini e l’ho posta nell’angolo lettura che mi sono creato.

Ma per il momento, l’utilizzatore finale non sono io.

1 commento

  1. Rosanna

    Stupendissima!
    Potresti vivere anche di falegnameria!

    Complimenti e buona vita Carlo.

    Rispondi

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