Come la Famiglia può rivoluzionare la politica attraverso le generazioni

Famiglia e politica

Duemila anni fa, qui da noi in Italia, c’era un organo politico supremo e solenne chiamato Senatus Populusque Romanus, da cui l’acronimo SPQR che ancora campeggia sugli stendardi della capitale.

Duemila anni fa in quel senato venne accoltellato il grande Caio Giulio Cesare. Successivamente, sulle spiagge tra Formia e Gaeta fu assassinato anche Marco Tullio Cicerone, uno degli uomini più colti e giuridicamente preparati della Repubblica.

Echi del passato: corruzione e malaffare attraverso i secoli

Questi sono i fatti più eclatanti che hanno caratterizzato quel periodo. Ma se leggiamo i testi antichi tramandatici da questi uomini ci accorgiamo che sullo sfondo di uno scenario politico come quello della vecchia Roma Caput Mundi ci sono fatti minori di una quotidiana e devastante corruzione e gestione del malaffare.

In altre parole, allora come oggi in Italia il problema della corruzione nella politica non è mai mancato. Mazzette, tangenti, raccomandazioni… nulla di nuovo sotto al sole. È stato tutto già ampiamente provato e sperimentato dai padri anziani della nostra terra.

Potrà mai cambiare veramente qualcosa in politica? Arriverà mai il giorno in cui una classe di governo sappia e voglia veramente fare gli interessi del popolo che rappresenta? Ho paura di no. Ma potrei sbagliarmi.

Duemila anni di storia rappresentano un periodo abbastanza ampio per tirare delle conclusioni. E le conclusioni sono che non c’è mai stato un particolare momento storico in cui le cose sono andate in modo esemplare.

Dopo i romani ci sono stati i barbari. Dopo i barbari siamo entrati nel medioevo con Carlo Magno. E dopo Carlo Magno non si è capito più niente. Tra la Chiesa e i monarchi normanni, francesi, spagnoli e poi i Borboni che si sono spartiti il territorio a loro piacimento, il fenomeno della corruzione e del malaffare ha raggiunto livelli inauditi.

La polis greca – concettualmente caratterizzata dalla cosiddetta isonomia, per cui tutti i cittadini liberi sottostanno alle stesse norme di diritto – in Italia, ma in qualsiasi altra parte del mondo (inclusa la Grecia), si è trasformata nell’arte del malaffare e della cura del proprio utilitaristico tornaconto. Così è rimasta per migliaia di anni. E così temo sarà per sempre.

Chi sta a casa ha sempre torto

Ammiro i buoni propositi di chi si approccia alla politica attiva per le prime volte. Comprendo e rispetto la voglia di cambiare le cose che si trasforma periodicamente in proteste di piazza o in tentativi di democrazia diretta (come i referendum). E condivido persino la paternale di chi si impegna con esempio partecipativo e biasima chiunque si limiti alla lamentazione passiva senza mai prendere parte alla costruzione del bene comune.

Chi sta a casa ha sempre torto, e cioè non sputare critiche e sentenze da bar, se non hai mai preso parte a un processo decisionale, a un’azione politica dal basso, a iniziative di orientamento o sensibilizzazione della collettività su determinate problematiche.

Capisco tutto… ma duemila anni di fatti li cazzi tua sono sufficienti a far perdere le speranze a chiunque. E chi ancora crede nel cambiamento della politica, oltretutto alla luce di tutto quello che abbiamo subito negli ultimi 3 anni, è solo perché non guarda la cosa da una prospettiva storica più ampia.

Ok, Carlo. Cosa suggerisci di fare?

A dire il vero, metterei proprio in discussione il concetto di democrazia rappresentativa. Ma mi rendo conto che questo potrebbe essere un sentiero molto ispido e impervio.

La Famiglia come nucleo di cambiamento

E allora suggerisco di partire dalla famiglia. Puntare al cambiamento non della politica come effetto, ma della politica come causa (dopo spiego meglio questo passaggio).

La famiglia è il nucleo di base di una qualsiasi organizzazione politica e civile. Se non c’è la famiglia, non c’è bene comune per cui valga la pena di impegnarsi.

Questa, la mia risposta.

La famiglia sei tu. La tua libertà, il tuo benessere, la tua realizzazione che si espandono e diventano condivisione, cura della prole, educazione, valori, benessere e affermazione del gruppo di base.

Sii l’esempio del «cittadino» nelle mura della tua casa.

Cerca questo tipo di società. Lavora perché il cambiamento possa avvenire a due passi da te, senza preoccuparti di ciò che avviene a centinaia di chilometri di distanza.

Pratica il rispetto, l’amore, la solidarietà, la collaborazione. Esercita in modo spontaneo ma con dignità quei comportamenti che vorresti vedere negli altri.

Insegnare attraverso l’esempio

Non hai bisogno di comprare libri per capire come educare i tuoi figli. Hai bisogno di comprare libri per capire come educare te. Perché ciò che fai quotidianamente nella tua vita, ciò in cui credi, è esattamente ciò che insegni ai tuoi figli.

Quello che pratichi, insegni. E i tuoi figli educati al rispetto, all’amore, alla solidarietà verso gli altri, saranno il miglior contributo che potrai dare all’organizzazione politica del tuo paese.

Se il battito di ali di una farfalla può provocare un uragano dall’altra parte del mondo, il modo in cui vivi la tua vita, insegnandolo ai tuoi figli, può determinare una società migliore (o peggiore) di quella attuale.

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