La ricerca di Dio nella vita quotidiana

la ricerca di Dio

Nella penombra di questo ultimo giorno dell’anno, mi trovo a riflettere su come il 2023 si sia dimostrato un compagno di viaggio doloroso, un continuo di quei due anni precedenti che hanno già lasciato cicatrici profonde nella tela della mia esistenza. 

Nel 2020 ho perso Rovigio. È stato un dolore atroce. Nel 2021 ho perso mia madre, che mi manca tremendamente. Quest’anno ho perso prima mio suocero, che ha lasciato un vuoto importante nelle nostre vite, e poi il mio piccolo Sean, improvvisamente, senza alcuna spiegazione logica, strappandomi il cuore dal petto con una crudeltà inspiegabile.

Forse, un singolo lutto, seppure struggente, nel vasto oceano dell’esistenza potrebbe lasciarti più o meno quello di prima. Ma quando le perdite si accavallano una dopo l’altra in una sequenza incessante, l’inevitabile conseguenza è una profonda devastazione emotiva.

La vita cambia sapore. Tu cambi prospettiva. E quando la vita si trasforma in una parete rocciosa e ripida alla quale ti senti attaccato da troppo tempo per continuare a resistere, e intorno a te sembra che tutto si stia sbriciolando, c’è una sola cosa che puoi fare: parlare con Dio.

Solo tu puoi decidere di farlo. Solo la tua voce autentica può iniziare questo dialogo. E non importa come. Dio non si formalizza. Ma quando cominci a farlo, quando attivi il dialogo diretto con il Padre, ti accorgi che lui ti ascolta. 

All’inizio, non è un ascolto fatto di risposte chiare o di soluzioni immediate; è più un ascolto silenzioso che tuttavia sembra portare in sé una forma di comprensione e di accettazione delle sofferenze. In questa comunione silenziosa, in questo dialogo senza parole, trovi la forza per affrontare il domani, per continuare a scalare quella parete rocciosa, forse un po’ meno ripida rispetto a prima.

Valorizza queste sottili percezioni. Affina le tue sensibilità, acuisci la tua percezione per cogliere i segnali discreti che il cielo semina sul tuo cammino. Purtroppo, le distrazioni quotidiane spesso ci impediscono di apprezzare la necessità di un tale esame interiore. Ma quando la morte irrompe nella tua vita, portandosi via gli affetti più cari con una frequenza spietata, ogni senso di superiorità e preparazione svanisce. Nessuna logica o razionalizzazione o budget può ergersi a difesa contro la devastazione del lutto. Di fronte alla morte, ogni presunta forza vacilla, e ti ritrovi prostrato, vulnerabile, in una posizione primordiale di difesa. In quel momento, solo Dio può salvarti dalla follia.

Ma attenzione: aprirsi a Dio non significa aprirsi all’ignoto. Aprirsi a Dio significa aprirsi alla parte più genuina e profonda di te, a quella essenza che trascende le distrazioni e le superficialità che hanno offuscato la tua percezione fin dal tuo primo respiro su questo pianeta. È un riscoprire le tue vere origini, quelle oscurate e messe in ombra dalle innumerevoli frivolezze che ti circondano.

In questa apertura, in questo riconoscimento della propria vulnerabilità, potresti iniziare a intravedere una luce, un sentiero che, sebbene arduo e incerto, conduce verso una comprensione più profonda dell’esistenza e del dolore che ineluttabilmente essa comporta.

La conversazione con Dio si rivela un’esperienza trasformativa di straordinaria potenza. Si accede a tale dimensione attraverso il varco del dolore. Ma quando inizi a impegnarti in questo dialogo con regolarità, quando diventa un aspetto salutare della tua quotidianità, accade qualcosa di straordinariamente magico: non solo ti senti ascoltato, ma inizi anche a notare la Sua presenza nel mondo che ti circonda, negli eventi che si susseguono, nei cambiamenti che influenzano e trasformano la tua vita.

Comprendo lo scetticismo di chi rifiuta di credere o si ritiene troppo intellettualmente avanzato per arrendersi a ciò che può sembrare, soprattutto oggi, un retaggio superstizioso, paragonabile alla fiducia nei poteri occulti di un amuleto. Ma non è così. Credere in Dio non significa affidarsi a un talismano. Dio è l’essenza stessa della vita, un flusso continuo che permea ogni istante della nostra esistenza. Le testimonianze della Sua presenza sono ovunque: negli animali che incrociano le nostre strade, negli insetti che danzano nell’aria, nei fiori che sbocciano con sfarzo, nell’acqua che scorre incessante e in ogni entità che nasce, cresce e alla fine muore… ritornando alla fonte.

Siamo creature destinate all’evoluzione attraverso l’esperienza, e questo processo non è solo biologico ma anche spirituale. La nostra crescita non è delineata solamente dal progresso intellettuale o tecnologico, ma anche dall’ampliamento della nostra coscienza e comprensione. Evolvere significa abbracciare una vita piena, aperta a tutte le sue dimensioni, compresa quella spirituale. 

In questa prospettiva, la fede non è un segno di arretratezza mentale ma un riconoscimento che esiste qualcosa di più grande di noi, una forza vitale che permea ogni aspetto dell’esistenza. E in questo riconoscimento, si trova non una limitazione, ma un’espansione del nostro essere, una via verso una comprensione più profonda del mistero magnifico che è la vita.

A te che mi leggi abitualmente, ho aperto il mio cuore con questo post. Mentre ci avviciniamo al nuovo anno, ti porgo i miei più sinceri auguri per un 2024 straordinario, nutrendo la speranza che possa essere per ciascuno di noi l’anno del ritrovamento di sé, dell’approfondimento della nostra essenza e del significato della nostra esistenza su questo pianeta.

Non abbiamo bisogno di nulla più di quanto già non abbiamo. L’essenziale è già dentro di noi. Essere presenti a noi stessi, dentro e fuori, è come accogliere Dio nelle nostre vite. È l’inizio di un esistere autentico e pieno, un risveglio verso una vita che contempla il dolore come parte significativa della coscienza e quindi della crescita.

Questo è il dono che spero ciascuno di noi possa trovare nel nuovo anno: un’esistenza che si illumina e si arricchisce nel riconoscimento di quel Dio meraviglioso che abita in noi e attorno a noi, una vita che inizia veramente nel momento in cui la nostra consapevolezza si espande per abbracciare il tutto.

3 Commenti

  1. Gabriele

    Grazie Carlo,
    Bellissimo scritto ❤

    È importantissimo quanto hai espresso, è difficile metterlo in pratica nel quotidiano, perché come dicevi tu,siamo distratti da mille frivolezze e bisogni superficiali.
    Dobbiamo impegnarci quotidianamente a superarli e avere lo sguardo e la volontà concentrata su Dio.

    Cosi potremo aiutare noi stessi e le persone che ci circondano.

    Dobbiamo impegnarci ad essere la migliore versione di noi stessi.

    Ciao grazie e tanti auguri di cuori 💕

    Rispondi
  2. Tamara Gavazzi

    Carlo, carissimo, mi sento di darti del tu, anche se non ci conosciamo. Da cuore a cuore ti ringrazio per le profonde parole di Speranza che come un abbraccio scendono nell’ Essenza di chi ti legge e ci trovano Uno con quel Dio che, come ben dici è Vita ed è dentro OgniUno di noi. Il dolore talvolta è quel fuoco che brucia e purifica e ci permette di ritrovare il nucleo della nostra esistenza, di arrivare a vedere e a comprendere quale dono immenso abbiamo dentro e è quanto uniti a Dio siamo.
    Accolgo con Amore e Gratitudine il tuo augurio ricambiandolo con un abbraccio di Luce che arrivi a te e alla tua famiglia come un flusso di acqua fresca che porta ristoro, che lava via il peso del dolore, che vi circonda facendovi sentire Amati e sempre più uniti al Tutto, di cui i cari che hanno lasciato questa dimensione fanno parte.
    Quando un cuore si apre come ha fatto il tuo, quando si lascia permeare dall’Eterno, l’illusione della separazione non esiste più e si può continuare a comunicare con i nostri cari in quella dimensione dove tutte le anime sono sempre unite.
    Ti e vi auguro di poter assaporare presto, se già non vi siete giunti, quella serenità che vi permette di vivere appieno i frutti che la vostra Anima Immensa ha saputo cogliere dall’albero del dolore e di poter strappare il velo della separazione per poter godere di una nuova e diversa unione con i vostri cari.
    Vi abbraccio forte.

    Rispondi
  3. Gianluca

    Tanti auguri caro Carlo sei un grande uomo,un abbraccio

    Rispondi

Invia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Dai un’occhiata al piano

Tutoraggio

Potresti essere in quella fase della tua vita dove il bisogno di cambiare è prepotente, e un percorso con me potrebbe rendere tutto più facile e veloce.

I lettori di questo articolo hanno letto anche:

Articoli Recenti