Marketing dell’Anima: perché vendere se stessi è più di una strategia

vendere se stessi

Il business è business

Nel meraviglioso e intricato mondo del marketing, regna una legge non scritta ma ferrea come le colonne d’Ercole: “Il business è business”, una realtà che viaggia su un binario parallelo e mai incidente con quello della vita privata. Ed è proprio su questa distinzione che molti guru dell’economia digitale – formatori, marketer, coach e imprenditori del web – costruiscono la propria immagine pubblica, una fortezza inespugnabile dove si discute solo di strategie, tecniche, funnel e alchimie del marketing, lasciando fuori, come se fossero la peste, le questioni sociali, politiche, scolastiche o sanitarie che scuotono il nostro mondo.

L’esempio della pandemia

Durante la pandemia, abbiamo assistito a un teatro simile: una manciata di queste figure ha osato rompere il silenzio, esprimendo la propria visione sulla gestione di un fenomeno che ha rivoltato come un calzino la realtà di ogni individuo sulla Terra. La maggior parte, invece, ha scelto il silenzio, aggirando l’argomento anche quando domande e commenti insistenti tentavano di trascinarli in un dibattito più ampio e umano.

Vendere se stessi

Ma perché il marketing adotta questa strategia dei compartimenti stagni? Fino a che punto è vantaggioso mantenere questa netta separazione tra persona e personaggio? E se stessimo sbagliando tutto? Se, in un rovesciamento copernicano delle convinzioni più radicate, scoprissimo che la vera chiave per guadagnarsi la fiducia del pubblico risiede nell’autenticità? Nella condivisione di pensieri e azioni non filtrati da una strategia preconfezionata, ma profondamente umani e sinceri?

Del resto, osservando la crescita costante di Carlissimo Me e degli iscritti in tutoraggio, non posso che arrivare a una conclusione lampante: la mia scelta di espormi senza filtri, di condividere pensieri e parole in libertà, senza erigere muri o dividere spazi, ha sortito l’effetto desiderato. Sembra proprio che alla fine la gente non acquisti tanto i prodotti, quanto un pezzo di me, il mio essere, ancor prima di qualsiasi bene materiale o servizio.

Per “comprare” me, però, devono prima conoscermi davvero, entrare in sintonia con la mia filosofia di vita, abbracciare i miei principi, capire il mio modo di affrontare la vita e le sue mille problematiche. E questa condivisione, questo aprirsi, non avviene solo attraverso parole al vento, ma si manifesta nella vita di ogni giorno, nelle scelte, piccole e grandi, che mostro di fare in coerenza con quello che dico.

E anche quando ci troviamo di fronte a giganti, a forze sovranazionali che sembrano giocare con il destino delle persone come se fossero pedine su una scacchiera, anche quando sembra che il nostro ruolo possa essere solo quello di commentatori da bordo campo, incapaci di scendere in campo per cambiare le regole del gioco, ecco che si verifica qualcosa di magico. La nostra voce, lontana dal sentirsi impotente, diventa un punto di riferimento per chi cerca di comprendere, di non sentirsi solo. Perché, nonostante tutto, l’apertura di mente e di cuore avvicina, crea ponti, unisce le anime in un abbraccio virtuale ma non per questo meno reale.

Camminare fianco a fianco

E allora, in questo nostro viaggiare insieme, attraverso parole e pensieri condivisi, si scopre che la vera forza non sta nell’imporsi, ma nel camminare fianco a fianco, nel condividere le proprie fragilità tanto quanto le proprie certezze.

Oggi scopriamo che essere autentici, essere veri, può davvero fare la differenza. Perché, alla fine della fiera, quello che la gente cerca, quello che la gente vuole davvero “comprare”, non è un prodotto o un servizio, ma un pezzo di umanità, un frammento di vita vissuta con autenticità. E questo, cari amici, è il più bel viaggio che possiamo fare insieme, un viaggio che va ben oltre il business, un viaggio nel cuore di ciò che significa essere umani.

La vera domanda

E così, tanti aspiranti blogger, dopo aver tutto creato, ottimizzato e promosso, si trovano a fronteggiare un deserto di vendite o un silenzio assordante in risposta ai loro appelli. Confusi e delusi, mi giungono con la stessa domanda sulle labbra: “Perché il mio prodotto non decolla?”. Ma, in verità, la questione da porre non riguarda tanto il prodotto, quanto piuttosto il produttore: “Perché non decollo io?”.

Cosa sanno davvero le persone di te, del tuo essere più autentico? Quali pezzi del tuo puzzle interiore hai condiviso con loro? Quali sono i tuoi pensieri in merito a tutto ciò che sta succedendo nel mondo giorno dopo giorno? Come si intrecciano il tuo pensiero e il tuo vivere quotidiano? E come possono i tuoi lettori percepire tutto ciò? Vedere, capire, osservare l’essenza di chi sei attraverso le parole che disegni nel tuo blog?

Il tuo blog, la tua anima

Aprire un blog significa davvero mostrarsi, nella pienezza e nella complessità di ciò che si è. Non si tratta di un semplice atto di presenza, ma di un vero e proprio spoglio dell’anima, dove le maschere cadono e ciò che rimane è l’autenticità di un essere che parla, si esprime, si mostra.

È in questo spazio di vulnerabilità condivisa che il blogger può davvero incontrare il suo pubblico, non solo come fornitori di contenuti, ma come esseri umani che respirano, vivono, pensano e si emozionano. Perché, in fondo, le persone non cercano prodotti impeccabili o soluzioni definitive; cercano storie che risuonino con la propria, idee che li sfidino, pensieri che li consolino o li stimolino.

Allora, la sfida non sta nell’affinare ulteriormente il tuo prodotto o nel pompare le tue campagne di marketing, ma nel trovare il coraggio di aprirti, di lasciare che il mondo veda chi sei davvero. Di raccontare non solo ciò che fai, ma perché lo fai; non solo ciò che vendi, ma ciò in cui credi. Di far sì che ogni post, ogni articolo, ogni contenuto sia un frammento del tuo dialogo interiore con il mondo, un ponte gettato tra la tua isola e quella di chi ti legge.

Avere un blog, dunque, significa abbattere i muri, smettere di nascondersi, e iniziare a vivere in piena luce, mostrando senza timori né riserve la propria unicità. E forse, proprio in questo mostrarsi vulnerabili e veri, risiede la chiave per trasformare il silenzio in dialogo, l’indifferenza in interesse, l’assenza di vendite in una fiorente comunità di lettori e sostenitori.

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Carlo D'Angiò

Autore. Speaker. Publisher. Consulente. Coach. Podcaster. Esperto di blogging business e online marketing, di comunicazione grafica e video.

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