Quelli che “non sei mica un medico”

Quelli che non sei mica un medico

Mi incuriosisce il livello di analfabetismo funzionale di chi ancora usa la dialettica del “non sei mica un medico” per tentare in modo capestro di articolare la difesa di qualcosa che oramai appare sempre più chiaramente come il più grande delitto mai compiuto contro l’umanità.

È così lampante, inoppugnabile, vergognosamente logico, il raggiro criminoso che i popoli di questo pianeta hanno subito riguardo al covid 19 e alla successiva vaccinazione di massa, che chiunque si ostini a prenderne le difese, andrebbe processato in prima istanza per accertare l’incapacità di intendere e di volere, e successivamente – laddove fosse esclusa questa ipotesi di scemenza invalidante – per apologia di reato e per concorso nel delitto contro la pubblica incolumità.

Non mi riferisco a chi l’ha fatto o a chi è stato costretto a farlo, ma a chi oggi, alla luce dei risultati, continua a difendere l’indifendibile. Ma soprattutto continua a non connettere i fatti e a trarre le conclusioni.

Nell’antica Roma, chiunque metteva a rischio la sicurezza dello Stato o dei suoi cittadini poteva essere condannato all’esilio, a lavori forzati, come remare sulle galee, o persino alla pena di morte attraverso la crocifissione, la decapitazione o l’essere gettati giù da una rupe.

Ma siamo nel 2023, un’era di grandi contraddizioni e fenomeni degenerativi, dove le conquiste civili e giuridiche di una libertà individuale inoppugnabile sono via via dimenticate dall’incedere selvaggio e impietoso di un mondialismo elitario che non tollera la democrazia; dove la grandezza tecnologica, con il suo bagliore scintillante, proietta un’ombra così imponente da oscurare tutto ciò che vive sotto in termini di distopia, ansia e problemi di salute mentale.

Vi è come una sorta di polarizzazione o di estremizzazione della specie umana, al punto che alcuni hanno iniziato a parlare di “speciazione”. Cosicché diventa possibile per ciascuno di noi vivere nella stessa ora un’esperienza di crescita profonda e subito dopo una tremenda condizione di smarrimento e distruzione del senso logico.

Le scemenze più assurde ma impunite viaggiano incredibilmente sullo stesso binario del progresso e della tecnologia.

La convivenza tra questi due fenomeni crea confusione nell’analfabeta funzionale che per natura non riesce a mettere in relazione due fatti. In lui vive il sillogismo aristotelico basilare. Se la scienza è giusta, e la scienza dice che devo fare in un certo modo, fare in un certo modo è giusto.

Al di fuori e al di là di questo sillogismo, c’è solo terra bruciata per l’analfabeta funzionale. Ogni altra forma di pensiero lo manda in tilt.

Ecco perché continua a interfacciarsi con persone molto più avvedute di lui usando i sottoprodotti del sillogismo, tipo “non sei mica un medico”.

Ed è proprio qui che la questione diventa imbarazzante per l’analfabeta.

Non sono un medico. Giusto. Non sono tante cose, però. Per esempio, non sono neanche un meccanico. Ma non per questo introduco acqua nel serbatoio della mia auto al posto della benzina, se il meccanico impazzendo dovesse mai chiedermi di farlo. 

Ok, è possibile che il meccanico non arriverà mai a suggerirmi un comportamento così assurdo e illogico. Ma se dovesse farlo, non sarà la sua qualifica di meccanico – e la mia non qualifica – a farmi compiere una scemenza. Perché le scemenze sono come la merda: la puzza si sente da lontano. E non abbiamo bisogno di “merdologi” per riconoscere ciò che è merda. 

Ma se tu non senti la puzza, nonostante ti abbiano cosparso di merda più e più volte, allora il tuo problema non sono io che non sono un medico, ma sei tu che di quella merda oramai sei parte integrante.

1 commento

  1. Rosanna

    Non hai idea di quante volte ho usato l’esempio del “cuoco” …
    Il fatto non essere un cuoco o semplicemente di non saper cucinare, non significa che io non riconosca che una pietanza manchi completamente di sale o sia immangiabilmente salata!

    Risposta? “Cosa c’entra? E’ diverso!”
    Costernata, osservando meglio questi “poveretti” mi accorgo che gli sono sparite le orecchie!
    Non c’è verso di farti ascoltare da loro!
    Sono letteralmente sintonizzati sulla frequenza del..nulla!

    Io dico che non vale più la pena cercare di aprire gli occhi a questo tipo di persone, anche perchè ognuno deve fare il suo percorso evolutivo con i suoi propri tempi.

    L’evoluzione personale è come il tempo e la vita: possono solo andare avanti.

    Buona vita caro Carlo.

    Rispondi

Invia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Dai un’occhiata al piano

Tutoraggio

Potresti essere in quella fase della tua vita dove il bisogno di cambiare è prepotente, e un percorso con me potrebbe rendere tutto più facile e veloce.

I lettori di questo articolo hanno letto anche:

Articoli Recenti