Codice Vittoria

Una serie di racconti illustrati che uniscono apprendimento, creatività e insight professionali

da | Nov 27, 2023 | Codice Vittoria | 2 commenti

Vittoria Sterling #1: oltre il convenzionale

Mi chiamo Vittoria Sterling. Gli amici mi chiamano Vicky, il che significa che sono pochi, pochissimi, quelli che mi chiamano Vicky, perché di amici, amici veri, ne posso contare sulle dita di una sola mano. 

Sono nata a Londra nell’aprile del 1986. Esatto, sono un ariete. Il destino ha voluto così. E chi sono io per discutere con il destino? Mia madre, uno spirito libero, dice lei, in una notte di musica e passione, si perse nei meandri dello Stadio di Wembley, in quel concerto dei Queen, un evento che ha segnato non solo la storia della musica, ma anche la mia personale genesi. Se solo avesse perso quel bus, quel treno, quell’aereo, quel taxi, forse non mi troverei qui, a raccontare la mia storia, frutto di un incrocio di destini sotto il cielo di una Londra euforica e folle.

La madre di Vittoria allo Stadio di Wembley durante il concerto dei Queen

Dunque, sono un ariete, con una madre un po’ troia e un padre che non ho mai conosciuto.

No, non giudico, non sono una moralista, perché anche io mi diverto, forse più di mia madre, ma sempre con una certa lucidità, una necessaria consapevolezza, un controllo che non permette agli impulsi di condurre la danza. Io, a differenza di mia madre, uso la testa, non mi perdo nei vortici dell’ubriachezza e del piacere effimero. Il mondo è pieno di cazzate, di vite che vagano senza rotta, senza disciplina, senza un briciolo di responsabilità.

Eppure, da queste cazzate, da questi errori senza fine, ho tratto il mio successo. Come consulente di marketing, ho visto gli imprenditori italiani commettere un errore dietro l’altro, e da queste loro scelte avventate ho costruito la mia fortuna. È un paradosso che non smette mai di sorprendermi: come la fallibilità umana possa essere così proficua.

A tre anni, sono stata strappata dalle braccia di Londra per essere riportata in Italia, la terra dei miei antenati. Mia madre, stufa di lavare piatti in una città che prometteva oro e dava solo piombo, decise di tornare dai suoi genitori, i miei nonni. E io, un piccolo granello di sabbia portato dal vento, la seguii in quella che sarebbe diventata la mia nuova casa.

In quanto a case, oggi ne posseggo una dozzina. Sono tutte messe a rendita con la locazione commerciale. Quella in cui abito, invece, non l’ho comprata, ma presa in affitto, una scelta calcolata, un distacco dal concetto di possesso che incatena così tanti. Ed è meravigliosa, come puoi vedere dalla foto qui sotto.

Vittoria, nel giardino della sua villa in Umbria

Come dicevo, non faccio cazzate. E dunque non compro una casa per viverci. Lo so, la stragrande maggioranza delle persone fa esattamente il contrario. Si sforzano, si indebitano, si legano a un mutuo trentennale, una catena pesante che li trascina nel vortice di una vita spenta a correre in una gabbia da criceto. La zavorra di un mutuo che appesantisce ogni passo, offusca ogni pensiero, limita ogni possibilità di crescita. 

Quante vite si perdono in questo ingranaggio implacabile, in questa ossessione per la proprietà che diventa una prigione dorata? Cazzate, appunto.

Io ho scelto un percorso diverso, una strada meno battuta che mi consente di respirare, di muovermi, di essere fluida come l’acqua che si adatta a ogni forma, a ogni contenitore. Non sono legata a un luogo, a una casa, a un mutuo. Sono libera, libera di esplorare, di cambiare, di crescere senza il peso di una proprietà che mi definisce. Le mie case sono un investimento, non un vincolo; sono la mia libertà, non la mia prigione. E in questo mare di scelte convenzionali, ho trovato la mia rotta, navigando controcorrente, sempre un passo avanti, sempre fuori dalla gabbia del criceto.

“Scelte non convenzionali”. Questa è la chiave, la chiave di tutto, eppure così pochi sembrano comprenderla. La gente mi guarda, e pensa che il mio successo sia un prodotto della mia preparazione, della mia competenza. Sì, sono la migliore, una verità che risplende come il sole a mezzogiorno, indiscutibile, indomabile. Ma la verità, quella profonda verità che si nasconde sotto strati di percezioni e giudizi, è che il mio successo ha poco a che vedere con la competenza nel mio campo. Non è la tecnica, non è la conoscenza, ma qualcosa di più profondo, più intangibile.

Il mio successo è legato al mio modo di sentire il mondo, alla mia indole, quella voce interna che mi spinge sempre a prendere il sentiero meno battuto. È il mio spirito ribelle, la mia capacità di guardare ciò che gli altri fanno e capire che la mia strada deve essere diversa, opposta, unica.

“Guarda quello che fanno gli altri”, mi dico, e in quella osservazione risiede la mia forza, il mio potere. Conoscere il cammino degli altri e poi scegliere deliberatamente di deviare, di creare il mio percorso, di disegnare una traiettoria che solo io posso percorrere.

Vuoi conoscere uno dei miei segreti? Uno di quelli che condivido solo in cambio di somme generose dai miei clienti facoltosi? Ecco: osserva, analizza, e poi fai esattamente il contrario di ciò che tutti gli altri fanno. Questo è il segreto del mio successo, la formula che mi ha portato dove sono ora. 

Non si tratta solo di pensare fuori dagli schemi, ma di vivere fuori dagli schemi, di respirare un’aria diversa da quella che gonfia i polmoni della massa.

Eugenio, un uomo robusto, proprietario di una catena di palestre di body building, entrò nel mio ufficio come un vento invernale, pieno di aspettative e idee preconfezionate. Ottenne un appuntamento grazie alla segnalazione di un cliente di spicco, una connessione che apriva porte. Seduto davanti a me, con una fiducia quasi infantile, espresse il suo desiderio di investire un budget sostanzioso per aumentare la visibilità del suo brand e acquisire nuovi abbonati.

“Quanti soldi sono necessari nelle ADS di Facebook per raggiungere i miei obiettivi?” chiese con voce sicura, come se la risposta fosse una formula matematica semplice.

La mia risposta lo lasciò sorpreso, incredulo.

“Prima di parlare di ADS, devo frequentare le tue palestre”, dissi, guardandolo negli occhi. Voleva sapere perché, perché non potevamo semplicemente fare quello che fanno tutti gli altri: investire in pubblicità senza pensare. Gli ricordai che avevo accettato di vederlo solo per cortesia verso un altro cliente e che la porta era sempre aperta se voleva lasciare il mio ufficio.

Il mio metodo era diverso, volevo immergermi nella realtà delle sue palestre, sentire il sudore, il battito del cuore, la determinazione di chi solleva pesi. Dovevo comprendere l’essenza del suo brand prima di poterlo promuovere. E così, per un mese, frequentai le sue palestre, osservando, ascoltando, imparando. 

Vittoria in palestra

Gli abbonati iniziarono ad aumentare, ma quello era l’effetto Vicky, un’illusione passeggera. Vicky in palestra, un’immagine che poteva distrarre, influenzare, ma non era la soluzione. Gli adolescenti che decidevano di fare body building al mio passaggio, era chiaro, non era un indicatore di successo a lungo termine. Il problema era più profondo: le palestre di Eugenio erano ben fatte, pulite, moderne, ma… identiche a tutte le altre. Non c’era nulla che le distinguesse, nulla che desse loro un’anima.

Consigliai a Eugenio di leggere “La mucca viola” di Seth Godin, per aprire la sua mente a nuove possibilità. Poi, gli suggerii di introdurre nelle sue palestre una serie di corsi innovativi e unici, come ad esempio lezioni di “Fitness Cinematografico”, dove ogni sessione di allenamento si ispirava a scene famose di film, con i partecipanti che riproducevano l’addestramento di Rocky o le arti marziali di Bruce Lee. Questo avrebbe dato alle sue palestre un’identità unica, un motivo per essere ricordate e scelte.

Vittoria spiega a Eugenio come organizzare le palestre

Era un rischio, certo, ma il successo vive sul filo del rasoio del rischio. Eugenio ascoltò, le ruote del pensiero iniziarono a girare nella sua testa. “Fare diversamente da tutti gli altri,” mormorò, un concetto che iniziava a prendere forma nel suo mondo. E in quel momento, un nuovo capitolo nella storia delle sue palestre iniziò a scriversi.

Questa sono io, Vittoria Sterling, Vicky per quei pochi che si avventurano oltre la superficie, oltre l’aura di controllo e competenza che avvolge ogni mia azione; quella che sa darti un buon motivo per uscire dal solco della massa e cominciare a percorrere con coraggio un sentiero nuovo, mai battuto, ricco di promesse e misteri insondati.

Non è facile starmi dietro, no, richiede un coraggio che non tutti possiedono. Attorno a me, gli uomini si trasformano in esibizionisti, incapaci di celare quella natura primordiale che li spinge a pavoneggiarsi, a esibirsi talvolta indecorosamente, come cani davanti a una ciotola di cibo.

Li osservo, questi uomini, che arrivano con un proposito e poi si perdono nel mare delle loro stesse distrazioni. Mi scrutano, mi valutano, dimenticando per un attimo perché sono venuti. 

Il mio corpo, la mia mente, sono due forze potenti, una combinazione che in una donna può sconvolgere l’equilibrio persino dell’imprenditore più riflessivo. Sì, ho un vantaggio, un’arma che non ho paura di impiegare. Non per gioco, ma per guidarli a uno scontro frontale con le loro stesse illusioni, con le cazzate che si raccontano.

Non sono sposata, né impegnata in una relazione amorosa. La mia vita non ha spazio per legami convenzionali, per catene sentimentali. Ma se si tratta di trovare piacere, di divertirsi, so esattamente come e dove. 

Nella mia vita, in questo momento, esiste unicamente Onice, il mio magnifico cavallo, l’unico essere con cui condivido un legame profondo, un tessuto di emozioni, amore e comprensione reciproca.

Vittoria e Onice

E a proposito di Onice, mi attende. Per questo, devo andare. Con lui, il tempo si dilata, e io ritrovo quella parte di me che è libera, selvaggia, incontaminata dalle aspettative e dalle convenzioni.

Alla prossima.

2 Commenti

  1. Rosanna

    questo va oltre il racconto!
    E’ una stupenda lezione che rimane impressa!

    Con te ogni volta è come vincere al lotto!

    Buona vita caro Carlo. Aspetto la prossima puntata!

    Rispondi
    • Carlo D'Angiò

      Grazie per il tuo commento 🙂

      Rispondi

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Carlo D’Angiò

Autore, publisher e speaker di rilievo. Consulente e coach specializzato in blogging business e online marketing. Podcaster appassionato e pioniere nell’ambito dell’Intelligenza Artificiale applicata al testo e alla grafica.

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