Personal branding? Speriamo che il tuo non sia come quello di Pamela

personal branding

La tua immagine sociale, ovvero ciò che mostri di essere al pubblico che ti segue, insieme alla qualità dei contenuti che offri, è un aspetto essenziale del tuo marketing che non può prescindere dal personal branding. Non c’è nulla di più importante di un volto affidabile, serio, professionale e amichevole.

Potrei svelarti tutti i segreti delle neuroscienze per migliorarti sotto qualsiasi aspetto imprenditoriale, ma nulla servirebbe, se prima non comprendi l’importanza strategica di presentarti bene al tuo pubblico.

Non capisco, in effetti, perché le persone – che nella vita di tutti i giorni ci tengono così tanto a mostrarsi affidabili, perbene, ben vestite, intellettuali, audaci, intelligenti, sofisticate, sveglie, furbe, indipendenti, aitanti, persuasive, etc. – si perdano nell’immagine del profilo di Facebook, Instagram, Whatsapp, Telegram, ecc.

Il personale branding di Pamela

Prendiamo d’esempio Pamela (nome ipotetico di una donna ipotetica). Pamela ci tiene al giudizio sociale che le persone hanno di lei. Si reca al lavoro ben vestita, truccata, con i capelli sistemati, qualche goccia di profumo, e con il suo carico di libri e documenti sotto il braccio. Si approccia gentilmente ai suoi colleghi, ai suoi clienti. Cerca di motivarli a prendere buone decisioni, sia per lei e per le sue entrate, sia per i suoi clienti, che devono risultare soddisfatti del loro acquisto.

Pamela capisce che essere una persona a modo aiuta i suoi affari. Si rende conto che non risulterebbe altrettanto professionale se si recasse a lavoro con una maglia bucata sul petto, i capelli disordinati, le scarpe sporche e strappate, la matita nera sciolta sotto gli occhi.

Terminato l’orario di lavoro, Pamela torna a casa, pranza, e nel frattempo scrolla sul suo profilo Facebook. Un profilo trascurato, privo di foto, carico di post che trasmettono rancore e odio, appartenenti a pagine con un nome del tipo Stronza non si nasce, stronza si diventa.

Pamela, tanto attenta alla sua immagine sociale nella sua vita privata, ha un gatto come immagine del profilo su Facebook e una frase del tipo La tua invidia è la mia forza come immagine di copertina . Nella sua bacheca si alternano immagini dell’oroscopo, di buongiorno con la tazzina del caffè, citazioni di libri che non ha mai letto. Poi, quando si sente nervosa, sfoga il suo rancore sul primo imprenditore che condivide i suoi traguardi, che mostra al suo pubblico il suo lavoro, il raggiungimento dei suoi obiettivi, gli articoli che scrive con costanza, le foto delle sue vacanze.

Ecco, l’incoerenza di Pamela è presente in tante persone. Fortunatamente non in tutte. Il bello è che Pamela, che ha capito l’importanza della sua immagine sociale nella sua vita quotidiana, non ha colto in pieno quanto sia importante mantenere la stessa immagine sociale anche nel web. Perché il web ha giusto qualche miliardo in più di possibili clienti che lei potrebbe attirare, se solo si comportasse e si mostrasse com’è nella sua vita di tutti i giorni.

Le 3 domande di Luca… per scoprirti un po’ alla volta

Prima di studiare neuroscienze, mi sono dedicata alla psicologia in generale. In modo particolare, la psicologia sociale mi ha sempre affascinata, tanto da spingermi a orientarmi verso l’aspetto neurologico del cervello, per capire proprio a livello psicobiologico cosa accade quando un individuo decide in un senso o nell’altro. A livello psicologico, posso dirti che prima di costruire la tua immagine sul web, dovresti chiederti come vuoi che ti vedano le persone.

La sera, prima di andare a dormire, alterno diversi stili di libri. E proprio qualche sera fa stavo leggendo “Fattore 1%. Piccole abitudini per grandi risultati”, del bravissimo Luca Mazzucchelli, psicoterapeuta e imprenditore. In questo libro Luca spiega, tra le tante cose, quanto sia importante individuare i nostri veri valori (non quelli inculcati dai nostri genitori, dai nostri amici e dalle persone che ci circondano). I valori che ti spingono verso una scelta di vita, verso determinati obiettivi.

Siccome può sembrare semplice, ma non lo è per tutti, Luca elenca tre domande che di solito pone ai suoi pazienti per far sì che le loro risposte siano il più sincere possibili.

Per individuare i tuoi valori, secondo Luca, prova a porti queste tre domande:

  1. Cosa vorresti che la gente dicesse di te al tuo funerale o, per farla meno tragica, uscendo da una stanza?
  2. Ti rimane un solo anno di vita, 365 giorni a partire da oggi, dopodiché dovrai andare in un posto lontano da tutto ciò che conosci oggi. Come impieghi questo tempo?
  3. Stai passeggiando per strada e – fatalità – ti crolla addosso un palazzo. Ti trovi imprigionato sotto le macerie e ben presto realizzi che sei spacciato. Hai a disposizione solo cinque minuti di tempo per fare una sola telefonata prima di morire. Chi chiami? Cosa gli dici?

Sono domande estreme, ma per trovare delle vere risposte l’uomo ha bisogno di pensare al peggio. Lo so che lo sai. Scopri un pò alla volta un pezzo del vero te solo nei momenti più tragici. Non a caso, gli uomini più maturi, saggi ed empatici, sono proprio quelli che hanno sofferto di più.

Una volta scritto su un diario i valori che pensi possano appartenerti, sulla base delle risposte accurate che ti sarai dato, potrai dedicarti alla tua immagine sociale. E, in seguito, al tuo personal branding.

Sicuramente, ciò che posso consigliarti è di evitare di mettere un gatto come immagine di profilo, a meno che tu non sia un veterinario. Perché, per quanto possa amare alla follia gli animali, non do i miei soldi a qualcuno che non ha il coraggio di metterci la faccia.

Ma… sono brutto

Ora, tu mi dirai: “Ma sono brutto!”. La bruttezza, purtroppo, per quanto possa appartenere a dei canoni estetici ben precisi, ha anche a che vedere con l’autostima. Più è bassa la tua autostima, più ti vedrai brutto. Più ti vedrai brutto e più non farai nulla per migliorarti e per migliorare la tua vita. Eppure, ci sono tante persone che, nonostante il loro aspetto, hanno successo. Fanno della loro vita un capolavoro.

Se può consolarti, non tutti gli esseri umani sono cattivi. E quelli che lo sono, stai pur certo che bullizzano tutti. Belli e brutti. Intelligenti o stupidi. Ricchi o poveri. Chi è cattivo deve interrogarsi su sé stesso e vergognarsi del proprio comportamento più di chi si considera brutto.

Quindi, dai uno schiaffo morale a queste persone. Esci allo scoperto con coraggio. Semmai fai anche un percorso di psicoterapia con un esperto prima di esporti al mondo. Dovrai essere sicuro di te stesso. Perché se uscirai allo scoperto forte e determinato, a prescindere dal tuo personalissimo giudizio estetico, non permetterai a nessuno di ferirti. O comunque, sicuramente saprai reagire nel modo più consono alla situazione.

La percezione che gli altri hanno di te

Vuoi essere visto come un imprenditore di successo? Utilizza un’immagine del profilo adatta all’immagine che vuoi che gli altri abbiano di te. Il personal branding comincia da qui.

Ad esempio, tanti uomini vestono bene, hanno capelli curati, occhiali da sole, orologi ben in vista, macchine eleganti, un portamento elegante e raffinato. E tutta questa apparenza non sempre ha a che vedere con l’aspetto fisico. Certo, poi sicuramente essere di bell’aspetto aiuta. Non è necessario essere ipocriti.

Vuoi essere vista come una donna determinata e in carriera? Inizia a cancellare sul tuo profilo tutti i post contro gli uomini. Non è questo che rappresenta una donna seria e in carriera. Non è questo il personal branding di cui hai bisogno. Le vere donne, per venire fuori in tutta la loro forza e determinazione, non offendono nessuno. Così come i veri uomini. Immagino che tu voglia essere questa donna. Allora predisponiti a esserlo.

Vuoi essere vista come una bravissima ginecologa? Allora fatti conoscere sui social per quella che sei. Condividi post, video, dirette, su quella che è la tua professione. Apprezza le tue clienti in pubblico. Elogia le loro debolezze e le loro paure. Condividi le buone notizie.

Il Personal Branding è anche onestà e trasparenza

Condividi anche il tuo modo di affrontare i problemi che si presentano. Perché nessuno è esente da problemi. Condividere solo cose belle non ti aiuterà ad empatizzare con il tuo pubblico.

Il personal branding è un processo di onestà e trasparenza. Devi mostrare tutte le tue debolezze e la tua umanità. Solo così la maggior parte delle persone si sintonizzerà con te, con i tuoi problemi. Più naturalmente ti poni, più sarai apprezzato. Ovviamente, sempre a modo.

Vuoi far trapelare la tua passione per gli orologi che vendi online? Non far passare giorni interi senza condividere foto dei tuoi orologi indossati da persone che vorresti li comprassero. Cosa intendo con questo? I tuoi orologi sono sportivi e vuoi che li comprino soprattutto gli sportivi? Allora falli indossare gratuitamente a qualcuno che si adatti ai tuoi standard, e vedrai che attirerai proprio quel tipo di clientela.

Desideri invogliare il tuo pubblico online a comprare i tuoi quadri? Pubblica continuamente foto di quadri in ambienti confortevoli. Appoggiare un quadro a terra, in un garage sporco, e fare una foto che non rende giustizia al suo significato e ai suoi valori, sicuramente non ti aiuterà a venderlo. Anzi, molto probabilmente, se nella mia bacheca social mi scorre avanti il tuo quadro, per niente valorizzato, e poco dopo un bel quadro in un ambiente soleggiato, familiare, caloroso, bello e attraente, quindi ben esaltato, io comprerò quest’ultimo, non quello appoggiato a casaccio da qualche parte.

Vendi macchine, e vuoi che i tuoi clienti ti vedano come un venditore di successo? Se non pubblichi foto di macchine, se non condividi il link del sito in cui le vendi, se non dici quale macchina è venduta, se nel tuo sito c’è solo una foto della macchina all’esterno e non si vede nulla degli interni, e non è nemmeno fatta bene, non puoi pretendere che George, che può spendere 50.000 euro per un SUV, decida di spenderli nella tua concessionaria e non altrove.

Tutto questo è per farti capire che se non sei tu il primo a darti valore, e a dare importanza e a condividere ciò che è il tuo brand, il tuo prodotto, non lo farà nessun altro per te.

Mettici la faccia

Concludendo questo mio primo intervento sul personal branding: mettici la faccia! La gente deve potersi fidare di te, deve conoscerti. Se ti nascondi dietro frasi fatte, o immagini di animali, non ti conosceranno mai, e non compreranno mai qualcosa creato da te.

Trova i tuoi valori e chiediti quali sono i tuoi obiettivi. Chiediti cosa vuoi essere e cosa vuoi fare davvero. Non quello che gli altri vogliono. Quello che vuoi tu.

2 Commenti

  1. Matteo

    Insomma , se vuoi vendere i tuoi prodotti, devi prima vendere e far apprezzare te stesso👍👌

    Rispondi
    • Roberta D'Angiò

      Esatto, Matteo. Hai colto nel segno! Prima vendi te stesso, la tua reputazione, la tua serietà, il tuo carattere, e poi ciò che hai da offrire.

      Rispondi

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