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Natale Creativo: tra pantofole e pialle nel Fai-da-te di Zio Carlo

Gen 9, 2024 | 0 commenti

Natale Creativo: mazzetta zio Carlo

In un angolo accogliente del mondo di “Zio Carlo Life Style”, dove i racconti si intrecciano con il calore familiare e l’arte del fai-da-te, una nuova pagina si apre sotto il titolo luminoso di “Natale Creativo”. È passato un po’ di tempo dall’ultimo mio resoconto in questa rubrica, ma oggi torno a voi con un racconto che ha il sapore dolce e familiare delle tradizioni natalizie.

Nella mia casa, dove le risate si mescolano ai profumi di dolci speziati, il Natale è sempre stato un capitolo speciale nel libro delle nostre vite. Io, mia moglie e i nostri figli abbiamo tessuto con cura le nostre tradizioni, creando un Natale che è unico come un fiocco di neve, eppure familiare come il calore di un camino acceso. Un giorno, forse, vi parlerò più ampiamente di queste tradizioni, ma per ora, lasciatemi condurvi in un viaggio attraverso l’ultima vigilia di Natale, quella serata in cui, secondo il nostro costume, i pacchetti avvolti nella carta scintillante attendono pazientemente di svelare i loro segreti.

la notte della vigilia di natale a casa mia
La notte della vigilia

La notte della vigilia, la nostra casa si trasforma in un piccolo teatro di gioia e sorprese. Dopo una cena che sa di famiglia e ricordi, ci riuniamo intorno all’albero, i cui rami sembrano sorridere sotto il peso dei regali.

In passato, quando i miei ragazzi erano bambini, io e mia moglie eravamo i maghi dietro al sipario di questa magia. Ma ora, con loro cresciuti e indipendenti, capaci di guadagnare con il loro lavoro, si sono trasformati nei nuovi artefici di questi momenti magici, ricercando con cura il regalo “perfetto”, portando un nuovo spirito di gioia e generosità al nostro Natale.

Nel cuore di ogni padre c’è un desiderio silenzioso, quello di proteggere i propri figli anche dalle più piccole ondate di vita. Questo sentimento si fa più dolce durante il periodo di Natale, quando i miei figli, con occhi scintillanti di entusiasmo, iniziano a cercare indizi per scoprire cosa potrebbe rendere felice il loro vecchio genitore. Ma, in questo gioco di indovinelli e sorprese, cerco sempre di guidarli verso scelte modeste, regali che non svuotino le loro tasche, ma che riempiano il mio mondo di semplice utilità.

Quest’anno, nelle mie modeste richieste, c’erano oggetti tanto ordinari quanto indispensabili: un paio di pantofole calde per le serate invernali, un pigiama nuovo per le notti fredde e un robusto paio di stivali per le mie avventure in montagna. Queste erano le gemme semplici che sapevo le mie figlie avrebbero scelto con cura per me.

Tuttavia, in quelle serate fatte di chiacchiere e calore familiare, sul nostro vecchio divano che ha ascoltato tante storie, ho abilmente indirizzato l’attenzione di mio figlio Vincenzo verso un oggetto che mi sarebbe tornato particolarmente utile: una piccola pialla a mano, perfetta per i miei lavori artigianali con il legno. Con discrezione, ho lasciato che i suoi occhi incrociassero il mio interesse velato per quella pialla, seminando così in lui l’idea di un regalo che avrebbe aggiunto un altro tassello alla mia collezione di strumenti nel laboratorio di casa.

La piccola pialla manuale che ho fatto notare a mio figlio

Come in un vecchio racconto in cui ogni svolta porta a nuove rivelazioni, la vigilia di Natale si dipanava lenta, avvolgendoci nei suoi momenti di calore e affetto. Dopo aver accolto con gioia pantofole, pigiama, caldi maglioni e robusti stivali neri per le mie escursioni montane, restavano ancora due pacchi misteriosi, avvolti con cura e promesse. Il primo, rivelava la piccola pialla a mano, un regalo che mio figlio aveva scelto con amorevole attenzione, una vera delizia per il mio cuore di artigiano. E poi, quasi come in un sogno, un altro dono attendeva il suo momento: un Dremel, un gioiello di tecnologia moderna, regalo di mio genero.

Dremel

Ma cosa è questo Dremel, vi chiederete? Il nome, originario dell’azienda che lo ha forgiato, è divenuto sinonimo di un minuscolo attrezzo elettrico, una sorta di caleidoscopio meccanico, capace di trasformarsi e adattarsi a mille usi. Con i suoi accessori vari, questo strumento danza tra legno, metallo, vetro, plastica e più, come un abile ballerino che conosce tutti i passi. Imparare ad usarlo, nelle sue molteplici forme, è un viaggio attraverso la creatività e l’ingegno, un percorso che una volta intrapreso, si rivela carico di infinite possibilità e scoperte.

Qualche giorno dopo, quando i festeggiamenti erano un dolce ricordo e i piatti delle abbondanti cene erano stati riposti nei loro armadi, mi ritrovai in solitaria riflessione nel mio modesto laboratorio. Lì, sotto la luce soffusa, i nuovi arrivi – la pialla e il Dremel – si univano al mio piccolo arsenale di attrezzi per il bricolage, come nuovi compagni in un’epica avventura.

Il mio sguardo si posò su una mazzetta da muratore, un regalo di mio padre di qualche mese fa. Un oggetto pesante di storia, con il suo manico logorato e la sua superficie di metallo che portava i segni del tempo e del duro lavoro.

La mazzetta che mi ha regalato mio padre
La mazzetta che mi ha regalato mio padre

Dietro la porta del mio laboratorio, nascosto nell’ombra, giaceva un ramo robusto che avevo raccolto durante una delle mie passeggiate nei boschi – forse di acero, ma la mia conoscenza degli alberi non è ancora completa. In quel momento, come una scintilla che accende un fuoco, mi è balenata un’idea audace: restaurare la vecchia mazzetta di mio padre, trasformandola in un pezzo unico, con un tocco di spirito vichingo.

Ecco il racconto di come ho dato nuova vita a un pezzo di storia familiare.

Taglio, scortecciamento e piallamento del ramo

Nel mio laboratorio, armato di motosega, ho afferrato il robusto ramo, nascosto dietro la porta , e l’ho tagliato, scegliendo una lunghezza leggermente superiore a quella del manico standard della mazzetta. Era l’inizio di una metamorfosi, un primo passo verso la creazione di qualcosa di unico.

Il ramo
Il ramo

La fase successiva è stata quella dello scortecciamento, un’azione rudimentale ma necessaria, eseguita con il marraccio. I movimenti del mio braccio hanno liberato il legno dalla sua copertura esterna, preparandolo per la trasformazione che lo attendeva. Poi, è giunto il momento di impugnare la piccola pialla, quel regalo di Natale che ora si univa a questa nuova creazione. Con ogni passata, il ramo si assottigliava, lasciando cadere trucioli deliziosi con i quali pure credo di avere qualche idea da sviluppare in futuro.

La piccola pialla al lavoro
La piccola pialla al lavoro

Infine, mi sono concentrato sulla nobile forma che il manico avrebbe dovuto assumere. Con cura meditativa, ho delineato le curve sul legno, scegliendo linee che promettevano non solo comfort ma una grazia quasi sensuale. Le curve che ho scelto non sono solo ergonomiche, assicurando una buona presa del manico, ma cercano di dare all’oggetto una bellezza organica, echeggiando le linee della natura stessa.

Rimozione della mazzetta dal vecchio manico e innesto del nuovo

Con reverente rispetto per il passato e occhi fissi sul futuro dell’oggetto, ho separato il vecchio manico dalla mazzetta, un gesto quasi cerimoniale che sanciva la fine di un’epoca e l’inizio di un’altra. Ciò che ho scritto sembra un’esagerazione retorica. Eppure, vi assicuro che ho provato questi sentimenti.

Il nuovo e il vecchio manico a confronto
Il nuovo e il vecchio manico a confronto

Nel silenzio del mio laboratorio, la smerigliatrice ruggiva come un drago che si risveglia, divorando via la ruggine che aveva preso residenza sul metallo. Con ogni scintilla volante, un pezzo di storia veniva pulito, preparando la mazzetta per la sua nuova esistenza.

Successivamente, ho adattato il nuovo manico al suo posto, incidendo un taglio centrale che avrebbe accolto il cuneo, fissandolo con abbondante colla.

Cuneo e colla sulla mazzetta
Cuneo e colla sulla mazzetta

Il giorno dopo, ho dato il tocco finale, tagliando via l’eccedenza del cuneo e lisciando la superficie fino a quando non si è fusa con la mazzetta in una continuità impeccabile.

E così è nata una creatura formidabile, una mazzetta rinata con una forza inaudita. Al suo primo banco di prova, ha dimostrato la sua potenza: in tandem con gli scalpelli, tagliava i tronchi nodosi con la facilità di un coltello che affonda nel burro.

La nuova mazzetta prende forma
La nuova mazzetta prende forma

Eppure, il mio lavoro non era ancora compiuto.

Intarsio, bruciatura e olio

Non era mia intenzione all’inizio creare un capolavoro; il mio scopo era pratico, la mazzetta, un mezzo per dividere tronchi e rami con precisione e forza. Ma con il Dremel, il dono del mio genero, tra le mani, come potevo resistere al richiamo dell’arte?

Sotto le mie dita, il manico di legno si è vestito di linee a spirale, forme che raccontavano storie di crescita e di vita, incise delicatamente nella sua essenza. E poi, il gioco delle fiamme: con un bruciatore ho accarezzato il legno, oscurando delicatamente la superficie per rivelare e onorare ogni singola venatura, una danza di ombre e luci che celebra l’eterna bellezza del legno.

L’olio è stato l’ultimo sacramento, penetrando profondamente, sigillando intarsi e bruciature, unendo l’opera al suo creatore. E così si è concretizzata la mazzetta di Zio Carlo, non più solo un utensile, ma un simbolo di tradizione e innovazione, di famiglia e artigianato.

La nuova mazzetta in stile Zio Carlo
La nuova mazzetta in stile Zio Carlo

Questa mazzetta, ora un unico ente di funzionalità e bellezza, è pronta a colpire con precisione e stile, un’estensione della mia volontà e un tributo agli uomini della mia vita.

Grazie all’amore e alla saggezza di mio padre, all’ingegno e alla generosità di mio figlio e alla visione innovativa del mio genero, non solo posso spaccare legna, ma posso anche spaccare la monotonia della vita quotidiana, creando bellezza con ogni colpo.

Ecco a voi, non una semplice mazzetta, ma un eredità di famiglia, pronta a lasciare il suo marchio per le generazioni a venire.

Sexy ed austera: la nuova mazzetta in stile zio Carlo

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